The Amazing Spider-Man 2 è così brutto da fare tenerezza

Una volta odiavo gli Spider-Man di Marc Webb, poi col tempo ci ho fatto pace. Non li ho rivalutati né altro; brutti film che sbagliavano tutto erano e brutti film che sbagliano tutto restano. Ci ho fatto pace per un semplice motivo: sono stati dimenticati. Lasciamo stare battaglie in stile “X è molto più fedele ad Amazing Spider-Man #562 di Y” o schieramenti del genere, anzi, non mi sono mai fatto problemi a riconoscere quelle 3-4 cose che funzionavano del primo Amazing (Andrew Garfield, il costume, Martin Sheen, e… basta), ma che Sam Raimi e Tobey Maguire  giocassero un altro sport era semplicemente oggettivo. E ora che sono passati 10 anni, si può dire che la prova del tempo ha detto lo stesso.

Il primo Amazing non era tra i peggiori blockbuster possibili, ma era goffo, freddo, con una regia robotica e una scrittura da corso serale, probabilmente il cinecomic peggio scritto di sempre, senza logica o coerenza, pieno di incongruenze anche nei passaggi più basici. Per dire: ci credereste che il personaggio che da 60 anni si basa sul famoso mantra “da un grande potere derivano grandi responsabilità“? è lo stesso che alla fine del film dirà “Le promesse che non posso mantenere sono le mie preferite”?

Ma era pur sempre il 2012, ancora pensavamo che i meme tipo trollface, seems legit & co. fossero divertenti, dunque non c’è da stupirsi se per qualcuno ritenesse Amazing Spider-Man qualitativamente superiore (!) alla trilogia di Raimi, tutt’oggi l’unica trasposizione pressoché perfetta dello Spider-Man originale di Lee e Ditko.

Poi nell’anonimato generale nel 2014 esce Amazing Spider-Man 2, un film che chissà perché puzzava di bruciato a tutti praticamente da subito. Non erano usciti rumor particolarmente scoraggianti sul film né altro (anzi, c’era pure il progetto dei Sinistri Sei in ballo), e i famigerati leak della Sony sarebbero usciti solo a fine anno.

Forse la puzza di bruciato veniva da quei poster da videogioco che un paio di anni dopo sarebbero stati clamorosamente superati in bruttezza dai poster di Holland, non lo so, fatto sta che odorava a tutti di disastro imminente senza qualche spiegazione razionale, come il Fantastic 4 di Josh Trank o X-Men: Dark Phoenix (a proposito, qualcuno a vederlo c’è davvero andato?). Già si pregustava il Batman & Robin di questa generazione, senza però tutti i – non pochi – pregi che persino Batman & Robin aveva.

La Sony colpisce ancora

La prima cosa che salta all’occhio è ovviamente il sovraccarico di personaggi voluto dalla Sony che aveva condizionato anche Spider-Man 3, ma se per Spider-Man 3 c’era dietro un certo Sam Raimi a salvare il salvabile e a mantenere una certa dignità (e anche momenti di grande Cinema), qui Amazing 2 è lasciato a sé stesso e ad un altro sovraccarico di sottotrame, molte dall’interesse nullo: leggasi la sottotrama dei genitori di Peter, atroce e inutile già nei fumetti, che già dal primo film sopravvalutava molto il proprio interesse (ricordate i poster del primo film con le tagline “LA STORIA MAI RACCONTATA” o “SVELA IL SEGRETO” come dovessimo prepararci a un film di Dan Brown?).

Un solo film che deve: portare avanti l‘interessantissima spy story dei genitori, introdurre Norman e Harry Osborn alle prese con la sindrome di McGregor, far stare insieme Peter e Gwen/poi farli lasciare/poi farli rimettere insieme/poi far morire Gwen, introdurre Electro, mettere le basi per i Sinistri Sei, introdurre Mary Jane (poi tagliata), e tante altre cose.

Sull’Electro di Jamie Foxx non me la sento di accanirmi troppo, visto che quella sottile linea camp in un cinecomic per me deve sempre esserci (o vogliamo forse negare che i fumetti sono da sempre piacevolmente camp?). Il problema non è essere uscito fuori da un cartone, ma avere un contorno incompatibile: se perlomeno l’Edward Nigma di Batman Forever (lo cito perché l’Electro di Amazing 2 ne è palesemente una copia sfigata), oltre all’inimitabile e naturale esplosività di Jim Carrey, trovava nel contesto generale del film il suo habitat, qualsiasi licenza camp di Amazing 2 appare goffa e fuori luogo.

Anche Raimi inseriva elementi volutamente camp nei suoi Spider-Man, così come era camp il Lex Luthor di Gene Hackman, o il Joker di Jack Nicholson, ma tutti inseriti in film dove una sottile linea d’ironia era sempre presente, al contrario di Amazing 2 che, come il primo, è capace di fare solo tante battute, ma non ironia (due cose molto diverse), condannando il film a partorire atrocità come il dottor KAFKA (!!!) erede naturale (gli piacerebbe) del Dr. Woodrue di Batman & Robin.

Comunque meglio di Capitan Marvel o Shang-Chi (quest’ultimo sottolineo di non averlo visto)

La cosa che fa più tenerezza però è il povero Andrew Garfield, che ce la mette tutta nel disastro generale, sperando che No Way Home possa dargli la chiusura decente che lui (e sottolineo lui, non il franchise) meritava, nonostante i presupposti per cui No Way Home stesso potrebbe essere il più grande disastro nucleare dai tempi di Chernobyl ci sono tutti, al cui confronto Amazing 2 potrebbe sembrare una miccetta.

L’unico “pregio” di Amazing 2 sta nel non fare chissà quanto peggio dei suoi successori, contenendo più dinamiche Spider-Manesche di quante (non) se ne vedranno con Holland, dal peso della doppia vita, fino al finale tragico, anche se con lo Spider-Man di Holland condivide il desiderio ossessivo e morboso di inserire più personaggi del fumetto possibile nonostante non servano a nulla se non a sovraccaricare ulteriormente, come Felicia Hardy – AKA la Gatta Nera – piazzata a caso come dipendente della Oscorp, o Paul Giamatti nel ruolo di un russo degli anni ’80, che a fine film diventerà Rhino solo per poter spuntate un’altra casella alla lista dei villain presenti (sniff… sniff… lo sentite questo familiare odore di Spider-Man: Homecoming?).

Fatico a considerare tra i pregi le tanto osannate scene di Andrew Garfield in borghese ed Emma Stone, una palese rottura della quarta parete mista al caro vecchio e improvvisato guerrilla filmmaking alla Roger Corman in salsa teen per dare almeno a insider e fotografi qualcosa di positivo di cui parlare. “Positivo” per così dire poi, visto che sin dal primo film Gwen ha un problema che hanno il 90% degli interessi amorosi dei cinecomic/blockbuster: non è un personaggio, ma un sidekick, un’estensione del protagonista, una scusa per avere l’eroe in due posti nello stesso momento, come se essere “solo” l’interesse amoroso fosse sminuente (dite quello che vi pare alla Mary Jane di Kirsten Dunst, ma almeno era un personaggio, e non uno sdoppiamento dell’eroe).

Anche le musiche non sono proprio memorabili, ma superiori a quelle del primo film di James Horner, e mi duole dirlo, visto che Horner era uno dei miei compositori preferiti. Non che le musiche di Hans Zimmer qui siano malvagie (era la fase storica, in cui purtroppo viviamo ancora, in cui sembrava non si potesse girare un film a Hollywood senza Zimmer), ma sono terribilmente tipiche, talmente tipiche che potrebbero essere appiccicate a qualsiasi altro supereroe e non cambierebbe nulla.

Il resto non è che una continua alternanza tra momenti imbarazzanti e momenti persino più imbarazzanti già dalla scena d’apertura in aereo, che da sola seppellirebbe qualsiasi franchise molto più di qualsiasi Bat-carta di credito, e invece no, nel 2021 ancora devo ritrovarmi meme su Maguire che balla invece che su ‘sta roba. Mah.

In compenso, il film pian piano migliora, grazie a scene memorabili come Peter che trova l’accesso al nascondiglio del padre in una stazione della metro abbandonata tramite un gettone nascosto (!!!) in una calcolatrice (!!!) che Peter spacca lanciandola sul muro (!!!) in un momento di rabbia (“… che al mercato mio padre comprò”)… dai, scherzo, Amazing 2 non migliora mai. Anzi, trova sempre nuovi originali modi per umiliarsi, con tante belle intuizioni che sembrano venir fuori dai blockbuster tamarri di inizio anni 2000, quando ogni scena d’azione doveva essere scandita dai Drowning Pool, dalle botte-dubstep con DJ-Electro, alla mano-ragnatela che cerca di salvare Gwen, come fossimo nel videoclip di una canzone fatta apposta per il film dagli Evanescence (davvero George Clooney deve ancora chiedere scusa per Batman & Robin quando nessuno ha ancora mai chiesto scusa per questo?)

Amazing 2 è il film atroce che il pubblico medio dei cinecomic si merita, ma non riesco a odiarlo. Amazing 2 infatti ha vari meriti: aver seppellito il franchise, aver ribadito a tutti che il meglio lo avevamo già avuto tra il 2002 e il 2007, aver fatto dimenticare la triste parentesi Amazing, aver fatto da giusta punizione ad Avi Arad dopo il trattamento riservato a Raimi, e soprattutto ha il merito di essere così brutto da non avere degli estimatori, cosa che non avviene invece con tanti film dei Marvel Studios. Talmente brutto da fare tenerezza.

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