Skam Italia è una delle migliori serie italiane di sempre
C’è un filo rosso che accomuna tutte le persone che mi hanno parlato male della serie Skam Italia: non l’hanno vista, o ne hanno visto solo degli stralci. Per questo arrivano sempre alla conclusione – sbagliata – che non sia una tra le migliori serie italiane di sempre.
Provo quasi imbarazzo ad andare alla ricerca di veri e propri difetti per questa serie… ecco, se proprio dobbiamo puntare il dito contro un “difetto”, si potrebbe eccepire la qualità recitativa di alcuni individui (pochissimi), e “difetto” lo metto tra virgolette per un semplice motivo: la legnosità di alcuni attori/attrici è legata a doppio filo ai personaggi da loro interpretati. Prendiamo come esempio il personaggio di Eleonora, una ragazza molto rigida e artificiale: queste caratteristiche vanno perfettamente a braccetto con le qualità recitative di Benedetta Gargari (qualità che però vengono innegabilmente a mancare nelle scene più cariche di pathos). Quello che intendo sottolineare è quindi l’enorme cura impiegata nella costruzione dei personaggi, cuciti intorno ai loro interpreti che, a loro volta, vengono valorizzati sfruttando al meglio le loro qualità.

Ludovico Bessegnato (regista e autore) e gli altri sceneggiatori della serie hanno giustamente coinvolto in fase di scrittura tutti gli attori, rendendoli partecipi e attivi nella costruzione dei loro personaggi che risultano vivi, veri. La potenza di Skam Italia risiede proprio lì, nei suoi personaggi reali, nella sua storia semplice, modesta e verosimile; caratteristiche che la fanno brillare se messa a confronto con le altre serie “liceali”. Penso quindi alla troppo esagerata Euphoria, in cui tutto è tirato all’estremo, ingigantito, impacchettato in una forma barocca e spettacolarizzata mentre invece Skam Italia è sempre contenuta, bilanciata e con i piedi per terra; penso all’efficientissima ma surreale Sex Education, tanto surreale da dover essere inserita in un’epoca e in una città non definite mentre invece Skam è collocata in uno spazio-tempo reale e preciso al secondo; penso a I Liceali che, nonostante io ricordi con affetto, è innegabilmente una soap opera per giovanissimi (nel senso più negativo del termine), mentre Skam è priva di stereotipi e di cliché… tutto è sfumato.

Skam Italia è una serie che respira, ha un cuore pulsante così come lo hanno i personaggi che la popolano e la città che li ospita: non la Roma da cartolina che si vede spesso al cinema, non una Roma affogata dagli stereotipi, ma la Roma dei romani… quella che si vede se ti affacci dalla finestra di casa, quella che ha un ruolo attivo nella vita dei personaggi, specialmente nei momenti difficili e di contemplazione (Eva ai fori, Edoardo al porto, Sana al parco degli acquedotti…).

Sessualità, amore, salute mentale, religione: tutti temi che i personaggi di questa serie affrontano quotidianamente in maniera spaventosamente verosimile. Sono spesso goffi, ingenui, improvvisano soluzioni che solo in rari casi vanno a segno, e il tutto è scritto e messo in scena senza l’eccessivo moralismo che ultimamente inquina in maniera preoccupante un’ampia fascia dei prodotti audiovisivi di massa.
Skam Italia è uno specchio molto fedele (solo un po’ edulcorato) della generazione di ragazzi e ragazze romani benestanti nati alla fine degli anni ’90, ed è la conferma di come anche scegliendo una categoria sociale privilegiata si possa raccontare una storia valida, onesta, una tranche de vie priva di esagerate tragedie o virtuosismi narrativi.