I costumi più metal di Marvel e DC negli anni ’90

Gli anni ’90 sono stati il decennio più controverso della storia dei fumetti. Generalmente ricordati come degli anni ’80 più sobri, almeno per quanto riguarda il cinema e la moda, nei fumetti gli anni ’90 non furono che degli anni ’80 arrivati in ritardo: esagerati, pacchiani, kitsch, politicamente scorretti, estremi e iper-sessualizzati.

C’è chi come me li ama un po’ proprio per questo, per il loro vivere in un mondo tutto loro, fregandosene di realismi, così orgogliosamente cheesy (diciamo che “pacchiano” è il termine italiano che più gli si avvicina, ma cheesy ha una connotazione meno dispregiativa) da essere quasi involontariamente auto-ironici, nonostante la ricerca della trasgressività a tutti i costi spesso ai tempi si rivelasse più spesso un boomerang con esagerazioni gratuite fini a sé stesse, dove potevano succedere anche cose come Lanterna Verde che torna a casa per poi ritrovarsi la sua ragazza tagliata a pezzi dal cattivo e messa nel frigo di casa, oppure… niente, basterebbe anche solo questo storico episodio per rendere l’idea.

Erano gli anni dove l’estetica dominava sulla sostanza, con i disegnatori che erano diventati più importanti sia degli scrittori che dei personaggi stessi, che con il loro nuovo stile grafico iper- aggressivo e accademicamente sbagliatissimo inaugurarono un estetica amatissima dai più giovani quanto mal digerita dai più tradizionalisti… parlo ovviamente dei vari Todd McFarlane, Jim Lee, Marc Silvestri, Erik Larsen, Rob Liefeld, e di tutti gli altri fondatori dell’Image.

Basta cercare un immagine a caso di un qualche fumetto dell’epoca per rendersi conto delle esagerazioni: per gli uomini fisici ipertrofizzati, muscoli inesistenti del corpo umano sul punto di esplodere, bicipiti grossi come palloni da basket, anatomie che più sballate non si poteva, e sguardi perennemente incazzati, mentre per le per le donne… beh, uguale, ma con tette grosse il doppio della faccia e schiene capaci di torsioni possibili solo in assenza di spina dorsale.

Nel decennio dei jeans strappati, dello stile baggy con taglie il doppio della propria, delle borchie, della pelle nera, e del metallo, beh, diciamo che le tutine attillate apparivano poco cool, dunque basta coi pigiami colorati e via con lo zeitgeist: uniformi dotate di centinaia di tasche completamente inutili, spesso corazzate, armi e fucili grossi come armadi, qualche componente androide che non guasta mai, artigli e spuntoni, tanto metallo, e soprattutto, il grande lascito degli anni ’90… le spalline, o in generale qualsiasi cosa che potesse far urlare “EXXXTREME “ nella testa dei lettori. Ammirate:

Era l’ultimo decennio pre-Terzo Millennio, e tutta la cultura pop chiedeva a gran voce di risultare giovane a tutti i costi, anche col rischio di risultare ridicola, dunque non ci fu un singolo personaggio che sfuggì alla rivoluzione. Ma soprattutto, i primi anni ’90 furono gli anni d’oro del metal commerciale – o meglio, di tutti i suoi sottogeneri- e delle schitarrate elettroniche. Ecco dunque una (breve, perché sarebbero molti di più) lista dei costumi più metal dei tempi, quelli che probabilmente più di tutti racchiudono alla perfezione lo zeitgesit dell’epoca. No, Lobo non è in classifica in quanto il suo livello metal è fuori scala.

Ghost Rider 2099

La quintessenza degli anni ’90, che per farvela percepire mi basta sintetizzare la sua storia: Kenshiro (!) Cochrane è un hacker che prima di morire lancia la sua mente nel cyberspazio, resuscitato dai Ghostworks affinché sia il loro avatar nel mondo reale, impiantando la sua mente in un androide chiamato Cybertek 101, dotato di motocicletta, che spara raggi laser dagli occhi, con artigli nella mano sinistra e una motosega laser fiammeggiante al posto della mano destra (!!!). In Ghost Rider c’è tutto lo zeitgeist dei ’90s: Cyberpunk, termini nuovi e complicatissimi per i tempi (HACKER, CYBERSPAZIO), tanto tanto metal, costume cromatissimo, ed armi esageratissime. Cioè…

UNA MOTOSEGA LASER FIAMMEGGIANTE!!! Solo a leggerlo potrete udire in sottofondo un assolo di chitarra elettrica. Volevo mettere solo la prima immagine, decisamente più esplicativa, ma poi quel “VENDETTA” della seconda mi ha fatto talmente commuovere che ho deciso di metterle entrambe.

Iron Man col mullet

Si può rendere ancora più metal un personaggio che era già corazzato sin dagli anni ’60? Certo che sì, mettendo mano alla sua versione non corazzata. E cosa c’è di più metal di un buon vecchio e caro mullet? Tony Stark col mullet verrà popolarizzato anche dalla serie animata del 1994, che porterà il lato metal di Iron Man su livelli stratosferici grazie alla sua sigla di apertura più metallara dei Black Sabbath stessi: Tony Stark col mullet, a torso nudo, che forgia un armatura con addominali incorporati battendo un incudine con un martello da almeno 40 kg grosso quanto quello di Thor, il tutto con chitarre elettriche impazzite e “I-AM-IRON-MAN” urlato a tempo con le martellate. Ah, e le scintille, il grande feticismo degli anni ’90 (quanto mi mancano).

47 secondi di puro testosterone che trasformerebbero un gattino impaurito in un leone assetato di sangue, e che fanno spuntare muscoli e barba dal nulla senza neanche il bisogno di andare in palestra o entrare nella pubertà.

Spider-Man

Perché un supereroe che basa tutto su acrobazie, agilità, fluidità di movimento, e che abitualmente fluttua nei cieli di Manhattan dovrebbe mettersi addosso un costume corazzato di 100 kg?

Razionalmente? Per nessun motivo. Realisticamente? Perché senza costume corazzato negli anni ’90 eri decisamente “out” (vi ricordate quando ancora si diceva “in” e “out” per dire cosa andava di moda/fuori moda?). Nel fumetto Spider-Man crea il costume per avere uno strato anti-proiettile a proteggerlo dalla guerra tra gang che imperversava tra La Rosa (figlio di Kingpin) e Alfredo Morelli, per non parlare di Nightwatch, personaggio nato come palese copia di Spawn.

Il costume ha vita breve e viene distrutto da Peter Parker stesso durante uno scontro con Thermite, quando quest’ultimo congela il nuovo costume di Spider-Man rendendola una specie di camicia di forza fatta di metallo e ghiaccio, col Ragno che si libera flettendo i muscoli facendo a pezzi sia la “gabbia” che il costume, rivelando sotto la tuta classica. Sì, non c’era alcun motivo di indossare un secondo costume sotto l’armatura, ma chissenefrega, quanto è coatta come immagine? Per quanto insensato come costume, da piccolo lo trovavo esteticamente fighissimo. Oggi… beh, pure.

Wonder Woman amazzone biker

Perché un amazzone appartenente alla mitologia greca dovrebbe vestirsi da biker? Bella domanda. WW aveva già indossato un “costume” fatto di abiti civili, quando nel 1968 fu privata dei superpoteri e resa un esperta di arti marziali per andare incontro al femminismo del Sessantotto, mentre stavolta fu per un gesto di ripicca. Nella storia Diana è spogliata del titolo di Wonder Woman, costume compreso, da sua madre Ippolita in favore di Artemide. E cosa faceva per ripicca un adolescente arrabbiata degli anni ’90 quando litigava coi genitori? Si riempiva di borchie, si vestiva di pelle nera e jeans strappati, un po’ di trucco nero, e si dava al Death Metal tra un rave e un altro. Certo, WW non si spinse a tanto, ma ci si avvicinò con questo design ribelle dopo aver litigato con Ippolita. Seppur brutto, a suo modo il costume ci vide lungo, visto che il giubbotto di pelle verrà riciclato per Wonder Woman in più occasioni, come nel re-design di Jim Lee nel 2010.

Batman

Come ho detto, amo le esagerazioni e le pacchianaggini degli anni ’90, ma questo costume è troppo brutto persino per me. Il Batman in questione non è Bruce Wayne, ma Jean-Paul Valley (se il nome non vi dice nulla forse lo conoscerete come Azrael), che prese provvisoriamente il posto di Batman mentre Bruce Wayne era impegnato a recuperare dopo essere stato spezzato in due da Bane. Come si può intuire dal nuovo look sobrio e rassicurante, l’approccio di Jean-Paul al Batman fu un tantino più aggressivo, aggiungendo alla corazza degli artigli al posto delle dita e persino un lanciafiamme (!) alla faccia della cara vecchia regola del “non uccidere” di Bruce Wayne.

Daredevil

Sostituire uno dei costumi più belli mai concepiti era già di suo un suicidio, farlo con un costume corazzato ancor di più. Dirla tutta il design non è affatto male, peccato che con Devil ci azzecchi meno di zero: un ninja che indossa una corazza più pesante di lui? Il blu come colore dominante per Devil? Scintillanti inserti cromati per un eroe notturno? Cestinato dopo poco tempo. Ma quelle ginocchiere restano fighissime.

Aquaman Capitan Arpione

In realtà è un “costume” abbastanza semplice e non particolarmente esagerato, se non per un ovvio dettaglio presente nel braccio sinistro. Tutto iniziò quando nel 1994 oltre a perdere il Trono di Atlantide (far decadere gli eroi classici era un classico della DC di metà anni ’90 sin dalla morte di Superman) Aquaman perse anche i suoi poteri, incluso quello di poter comandare i pesci, motivo per cui la sua mano fu divorata da dei piranha. Eh già, con un po’ di ironia mista a sadismo la DC fece mozzare la mano dell’uomo che controllava i pesci proprio da dei pesci. Aquaman pensò bene di sostituire le vecchie dita prensili con un arpione. E cosa c’è di più metal che sostituire una noiosa mano con un cazzutissimo arpione dalla punta doppia? Solo a scriverlo ha iniziato a risuonare nella mia testa Walk dei Pantera.

I 4 Supermen

Dopo la morte di Superman avvenuta per mano di Doomsday, Metropolis era indifesa, e in suo soccorso arrivarono 4 nuovi personaggi pronti a raccoglierne l’eredità, ognuno con un vecchio soprannome di Superman: L’Uomo d’acciaio, Superboy, L’uomo del domani, e L’ultimo figlio di Krypton. Difficile decretare chi sia il più metal: L’ultimo figlio di Krypton paradossalmente è il più sobrio (nonostante quegli occhiali improbabili), L’uomo d’acciaio è… beh, tutto d’acciaio e impugna un martellone da 200 kg, L’uomo del domani è mezzo uomo, mezzo cyborg assassino, e poi c’è Superboy, che se proprio dovessi scegliere decreterei come vincitore. Insomma, giubbotto di pelle con la “S” di Superman ricamata sulla schiena, laccetti inutili, occhiali da sole, capelli inguardabili… come può non essere il vincitore?

La Donna Invisibile

No, di metal non ha nulla, ma è troppo brutto e scemo per essere dimenticato.

Thor Valhallen

Un po’ anime, un po’ He-Man, un po’ glam rock, un po’ action figure sfigata degli anni ’90 che trovavi a 10 lire, e con quella pancia scoperta sembra una versione più metal di Valhallen de Gli amici della giustizia, cartone spin-off de Il laboratorio di Dexter dove venivano parodiati i Vendicatori, con Valhallen che era, appunto, Thor.

Ant Man

Costume durato il tempo di un sigaretta, ma urla più “anni ’90” di Nevermind.

Capitan America

Non ho molto da dire, solo che tutto ciò è tremendamente SBAGLIATO

Spider-Man Deathlockizzato

Costume durato una sola storia ma mai davvero dimenticato (è tra i costumi sbloccabili su Spider- Man PS4). Quando anche il mantenere la tuta aderente non ti salva dagli anni ’90…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *