Guida alla filmografia di Hulk Hogan
E pensare che Terry Bollea – già, Hulk Hogan è italoamericano – nel wrestling non pensava nemmeno di entrarci. Prima di usarli per schiantare al suolo colossi come André the Giant & co., il nostro Terry Bollea impiegava i suoi bicipiti per fare il bassista nei locali di Tampa Bay, in Florida. Era già un fan del wrestling e tutto, ma le sua ambizioni erano altre, tanto da mandare persino delle demo ai Metallica e ai Rolling Stones non appena saputo che i due gruppi stavano cercando dei nuovi bassisti (sul serio).

A 23 anni, tra una sessione di basso e l’altra il giovane Terry va abitualmente in palestra, dove un giorno viene notato dai fratelli Brisco, leggende del wrestling, che gli propongono di entrare nel loro mondo.
Sulla carta Hulk Hogan non ha nulla per sfondare, e al tempo stesso ha tutto: non è assolutamente il più tecnico, e neanche il più grosso, ma ha un carisma fuori dal normale e una presenza scenica che gli altri si sognano, motivo per cui il passo dal wrestling al cinema per lui è breve, seppur spesso in film che definire di Serie B sarebbe un semplice tecnicismo, visto che in realtà sarebbero più catalogabili come da Lega Pro.
Premetto che si parlerà solo di film usciti al cinema, facendo dunque dolorose esclusioni televisive o direct-to-video come Shadow Warriors, serie action con Hogan e Carl Weathers (!)
1982: Rocky III
Come se la passava Hogan nel 1982? Bene, dai. Con quei lunghi capelli biondi e quei baffoni alla Hulk Hogan che ancora non si chiamavano “baffoni alla Hulk Hogan” il Nostro era più un Asterix ipertrofico che l’icona che tutti conosciamo, ma da lì a poco la sua fama sarebbe esplosa. Hogan era già popolarissimo nel mondo del wrestling, ma ancora ben poco fuori. Quanto poco? Beh, tanto per cominciare alla Marvel non era ancora venuto in mente di denunciarlo per l’uso del nome “Hulk”, né tantomeno di percularlo in un fumetto mostrando il loro Hulk prenderlo a calci:

Tutte cose che faranno nel 1984, quando ormai Hogan sarà troppo famoso per permettere l’esistenza di due “Hulk”, con la Marvel che oltre a sfotterlo nei suoi fumetti gli farà una causa che vincerà pure: Hogan avrebbe potuto mantenere il nome “Hulk”, ma non avrebbe mai potuto indossare vestiti verdi e viola, mentre la Marvel avrebbe incassato il 9% del suo merchandise e 100 dollari ad ogni match del baffone. Stallone per lo scontro tra Rocky e Labbra Tonanti prese ispirazione dal “boxe contro wrestling” più famoso di sempre: Muhammad Alì contro Antonio Inoki, prima dell’esplosione di Hogan probabilmente il wrestler più famoso di sempre insieme all’abbruzzesissimo Bruno Sammartino.
Rocky III diede ulteriore fama extra-ring ad Hogan, che legherà la sua immagine al film iniziando ad entrare con “Eye of the tiger” come musica d’ingresso fino al 1985, prima di passare alla sua iconica “Real american”, vincendoci di mezzo anche il titolo mondiale WWF (l’attuale WWE) e dando il via alla Hulkamania. Ad introdurre Hogan nella Hall of Fame della WWE, nel 2005, sarà proprio Stallone
Com’è il film?
Servono davvero parole per descrivere Rocky III? Suvvia.

1989: Senza esclusione di colpi (non il film con Van Damme)
Come se la passava Hogan nel 1989? Beh, Hogan nel 1989 stava praticamente vivendo quello che Rocky vive all’inizio di Rocky III: era tra i 5 uomini più popolari d’America, stava sempre in TV, era stato campione mondiale WWF per 4 anni filati, aveva già schiantato André the Giant a Detroit, aveva persino una serie animata con lui protagonista, e da lì a poco sarebbe tornato campione battendo Randy Savage (Segaossa McGraw di Spider-Man per gli amici). Hogan incarnava gli anni ’80 di MTV e del reaganismo: era il real american che prendeva a capocciate la bandiera sovietica (letteralmente), affrontava giganti, contrastava invasori stranieri della Cortina di Ferro per difendere l’american way, e insegnava ai bambini a dire le preghiere, allenarsi, e mangiare le vitamine. Se volete ammirare Hogan prendere a capocciate vi basta andare al minuto 1.41:
E vogliamo parlare di Hogan che accartoccia una foto di Gheddafi?

Com’è il film? Basti pensare che sia Hogan che Vince McMahon (il capoccia della WWF, meglio noto come “er piacione” da Ciccio Valenti e Christian Recalcati) trovarono lo script così orrendo da affittarsi una stanza d’albergo per 72 ore per chiudersi a scriverne uno nuovo da soli. Il risultato fu un mix tra un cartone animato, un remake di Rocky III, e un sogno erotico repubblicano.
Hogan interpreta praticamente sé stesso con un altro nome (Rip Thomas), che si ritrova a dover affrontare un nuovo wrestler chiamato Zeus, un mix tra Clubber Lang e Ivan Drago con le sopracciglia a gabbiano. Zeus non era interpretato da un wrestler ma da Tommy Lister (il carcerato che non vuole far saltare il battello de Il cavaliere oscuro) che per promuovere il film una capatina in WWF la fece pure.

Hogan affronterà di nuovo Zeus nel 1995 (stavolta con lo spettacolare nome di Z-Gangsta) in un match che vedrà coinvolti anche Randy Savage e Ultimate Solution AKA Jeep Swenson AKA Flagello su Batman & Robin. Ebbene sì: Labbra Tonanti e Segaossa McGraw hanno affrontato Bane e il carcerato de Il Cavaliere Oscuro. Il film ovviamente è scemo forte, ma in compenso possiamo vedere Hogan incornare cattivoni alle chiappe con un chopper, sventare rapine in una tavola calda lanciando torte al rapinatore, ovviamente nero (è pur sempre un sogno erotico repubblicano), e conquistare una tizia parlando francese mentre indossa uno smoking bianco immacolato (!).
Miglior battuta del film: Hogan minaccia uno degli scagnozzi del cattivo che, terrorizzato, se la fa nei pantaloni. Hogan furioso chiede “Cos’è questa puzza?” e lo scagnozzo, piagnucolando come un poppante: “Pupùùùùù…”:
La cosa divertente? Il film debuttò 2° al box office dietro soltanto a Indiana Jones e l’Ultima Crociata.
1990: Gremlins 2
Come se la passava Hogan nel 1990? Come l’anno prima, ma con un occhio puntato su Hollywood. Dopo aver trainato la WWF per quasi 7 anni, Hogan era un’entità più grossa del wrestling stesso, e prima di The Rock, Batista e John Cena, sentiva che il cinema sarebbe stata la sua strada. La WWF doveva prima trovare un degno erede che fosse altrettanto amato dal pubblico. Lo trovò in Ultimate Warrior: grande presenza scenica, adorato dai fan, imbottito di steroidi, e musica d’ingresso parecchio figa. Hogan e Warrior si affrontarono a Wrestlemania 6, con Warrior che strappò il titolo mondiale ad Hogan, diventando anche il primo a schienare pulito il baffone. Era un perfetto passaggio di testimone, anche se per Hogan non si trattava di un vero addio: sarebbe sempre rimasto nel wrestling, ma non più come suo core business principale.
Com’è il film? Beh, Hogan fa solo un breve ma divertente cameo. Del resto del film ne parliamo qui.
1991: Cose dell’altro mondo
Come se la passava Hogan nel 1991? La WWF con Ultimate Warrior aveva fatto un errore di calcolo: Warrior aveva sì presenza scenica ed enorme supporto dei fan, ma era ingestibile nel backstage, poco mediatico fuori dal ring, e al microfono era una zappa. Ma una zappa vera. Ergo, bisognava rimettere Hogan al centro del villaggio. A Warrior fu tolto il titolo in favore di Sgt. Slaughter, un’ex patriota americano che aveva tradito i fan e la sua patria vendendosi all’Iran (vabbè…). Hogan sconfisse il traditore Slaughter, in quello che fu l’ultimo capitolo dell’interminabile saga di Hulk Hogan contro l’Unione Sovietica.
Com’è il film? Sicuramente il migliore e il più divertente della filmografia di Hogan, almeno di quelli dove è protagonista; un film che come abbia fatto a non diventare un classico di Italia 1 davvero mi sfugge. Il film è un buddy movie inizialmente previsto per Arnold Schwarzenegger e Danny De Vito, ma che alla fine creò una coppia persino più esplosiva: Hulk Hogan e Christopher Lloyd, al suo primo progetto post-trilogia di Ritorno al Futuro. Nel cast figura persino – udite udite – Undertaker, che interpreta un cacciatore di taglie inviato proprio alla ricerca di Hogan.
Il film uscì nell’ottobre 1991, un mese prima che Undertaker e Hulk Hogan si sfiderassero per il titolo mondiale. Se dunque per i libri di storia il loro primo scontro si svolse a Survivor Series 1991 (l’evento in pay per view del loro match), la verità è che il primo vero faccia a faccia tra Hogan e Undertaker avvenne proprio su Cose dell’altro mondo, in una gara di piegamento con una sbarra d’acciaio, vinta da Hogan dopo aver trasformato la sbarra in un coniglietto. Potete ammirarla qui sotto al minuto 2.55. Il mio consiglio però, è di guardare l’intero video. E che dire delle musiche da cartone animato che sembrano venute fuori dal Superman dei Fleischer Studios?
Se cercate “Cose dell’altro mondo” su Google vi uscirà un film con Elio Germano. Purtroppo devo deludervi: si tratta di semplice omonimia, purtroppo Elio Germano e Hulk Hogan non hanno mai recitato insieme.
1993: Missili per casa
Come se la passava a Hogan nel 1993? Si era stancato del wrestling. Ufficialmente si era ritirato l’anno prima, ma tornò one night only per un match speciale a Wrestlemania 9. Il problema è che la WWF prese una decisione folle: trasformare quel one night only in una nuova conquista di Hogan del titolo mondiale. Che Hogan fosse campione mondiale nel 1993, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, era decisamente anacronistico e fuori tempo massimo: il baffone e il suo personaggio del “Real American” erano visti come un prodotti dell’era Regan/Bush, dei ruderi degli anni ‘80 che avevano fatto il loro tempo, e che per di più tenevano “in ostaggio” una cintura che sarebbe dovuta appartenere ad una nuova generazione fresca e scalpitante, quella dei Bret Hart, Shawn Michaels, Undertaker ecc.
In questo suo regno da campione tra l’altro, durato 3 mesi, Hogan non apparve MAI negli show a causa dei suoi impegni hollywoodiani. Un campione superato, appartenente ad un’altra epoca, e che per di più non si faceva mai vedere: i fan ne avevano abbastanza, e fischiarono Hogan per buona parte del suo match con Yokozuna, dove Hogan perse il titolo, tra i fischi del suo pubblico.

Com’è il film? Come detto, per la prima volta Hogan era ormai con la testa più ad Hollywood che al ring, ed eccolo pronto a prendersi facendosi accreditare con un nuovo nome, più spendibile, più da attore, e che al contrario del vecchio e limitante “Hulk Hogan” gli avrebbe aperto molte più porte: Terry “Hulk” Hogan.
Missili per casa è un mix tra Mary Poppins e Piccola peste, dove Hogan è un ex wrestler che si ritrova a fare da guardia del corpo/baby sitter per una coppia di bambini. Abbastanza divertente, considerando che il 90% del film vede Hogan prenderle da due ragazzini come fosse su Mamma ho perso l’aereo.

1996: Spia e lascia spiare, Secret Agent e Forza Babbo Natale
Come se la passava Hogan nel 1996? Il suo portafoglio bene (Hogan era passato alla WCW, la rivale della WWF, venendo pagato di più per lottare di meno), il suo personaggio per niente. Dai fumetti fino al wrestling, negli anni ‘90 i fan sono stanchi di eroi senza macchia e senza paura: vogliono antieroi moralmente ambigui che siano autentici son of a bitch. Sono gli anni di Wolverine, del Punitore, Ghost Rider o, nel wrestling, di gente come The Rock e Steve Austin. Hogan nel 1996 è quindi un pesce fuor d’acqua che stenta a conquistare le nuove generazioni, ed è lì che gli viene fatta la proposta indecente: far diventare cattivo il suo personaggio.
L’idea di trasformare l’eroe per eccellenza che diceva ai bambini di “pregare, allenarsi, e prendere le vitamine” in un cattivo appariva come un idiozia, anche solo per mere questioni di merchandise. Hogan stesso non era entusiasta all’idea, ma alla fine decise di rischiare: Superman sarebbe diventato Lex Luthor. Cambiò nome in “Hollywood Hogan”, abbandonò i suoi tipici e sgargianti colori gialli e rossi per il nero, si costruì un aspetto più aggressivo facendosi anche crescere un barbone incolto insieme ai suoi iconici baffoni: l’eroe americano che faceva sognare i bambini era diventato un freddo e spietato manipolatore senza scrupoli, e per i bambini fu uno schock come scoprire che Babbo Natale fosse la mente dietro l’11 settembre.

Fu un successone: Hogan divenne l’uomo più odiato d’America (segno che il suo nuovo personaggio aveva ottenuto successo), trovò una seconda giovinezza, conquistò una nuova generazione di fan, e tornò ad avere una popolarità stellare. Hollywood Hogan fece rinascere Hulk Hogan.
Com’è Spia e lascia spiare? C’è Leslie Nielsen. Vi dovrebbe bastare questo. Hogan ha giusto un piccolo cameo nei panni di sé stesso.
Com’è Secre Agent? Presentato sul poster come “l’incontro tra Mamma ho perso l’aereo e True Lies”, è un altro film da sabato pomeriggio di Italia 1, ma recitato talmente male che Hogan in confronto al resto del cast pare Marlon Brando, e con una messa in scena talmente giuggiolona da sembrare uno di quei B movie d’azione/erotico che produceva Playboy negli anni ‘90 per mettere in mostra le sue conigliette. Hogan qui mostra la sua versatilità di attore recitando addirittura senza i suoi tipici baffi (!) e con un paio di occhiali, interpretando un agente segreto col compito di recuperare una pericolosa pistola disintegrante. Ci riuscirà con l’aiuto del “Secret Agent Club” del figlio, il tipico club di ragazzi dei film anni ‘80/90 con rifugi col cartello “vietato l’ingresso alle ragazze”. La cosa divertente? Secret Agent è prodotto da Jordan Belford, tra l’altro nel magico 1996 in cui fu arrestato dall’FBI. Si, Jordan Belford il Lupo di Wall Street. Si, quello interpretato da Di Caprio.

Com’è Forza Babbo Natale? Qui Hogan è invece un riccone che batte la testa e perde la memoria, e a cui viene fatto credere di essere il vero Babbo Natale (anzi, “Santa with muscles” come dice il titolo originale). Più divertente di Secret Agent, ma pur sempre un B movie, talmente B da non essere mai stato promosso a “classico di Italia 1”. Ah, e c’è Mila Kunis a 12 anni.
E’ abbastanza divertente però pensare a come Hogan al cinema continuasse ad essere il solito eroe family-friendly puro e giustoche aveva interpretato per tutta la vita, mentre bastava sintonizzarsi sulla WCW per assistere ad Hollywood Hogan impegnato a far piangere bambini e battere ogni record di bastardaggine.

1998: Lo stile del dragone e I Muppet venuti dallo spazio
Come se la passava Hogan nel 1998? Il personaggio di Hollywood Hogan tirava ancora alla grande, anche se il 1998 propose al baffone storyline decisamente meno brillanti: quell’anno Hogan lottò una marea di match con VIP come Dennis Rodman, Karl Malone, Jay Leno, e Kevin Eubanks. Insomma, Hogan era diventato “Hollywood” di nome e di fatto. E ci fu pure il rematch del suo celebre incontro con Ultimate Warrior, considerata una delle cose più brutte mai viste su un ring di wrestling.
Ah, e a fine anno annunciò al Tonight Show di Jay Leno il suo ritiro dal mondo del wrestling per candidarsi a Presidente degli Stati Uniti.
In realtà non ci fu nulla di vero, si trattò solo di un angle (nel wrestling gli angle sono le scene previste da copione ai fini della storyline) per dare implicitamente risalto a Jesse Ventura, il primo wrestler ad avere una discreta carriera cinematografica (Predator, Demolition Man, un film di Russell Mulcahy, e Batman & Robin), che proprio quell’anno si buttò in politica candidandosi come Governatore del Minnesota, vincendo pure.

Com’è Lo stile del dragone? Hogan in realtà qui non è che un co-protagonista, dal momento che Lo stile del dragone è l’ultimo capitolo della quadrilogia dei “Tre ragazzi ninja”, serie di film per ragazzi nata nel 1992 che mischiava Karate Kid alle Tartarughe Ninja, con protagonisti tre fratelli addestrati nel karate da Victor Wong, uno dei primi attori asiatici a beneficiare dell’effetto Miyagi ad Hollywood. In realtà dei “3 ninja” del titolo non tornò nessuno del cast originale, lasciando il solo Wong a fare da collante coi capitoli precedenti.
Il film è essenzialmente una puntata dei Power Rangers di 90 minuti sia nella struttura che nei villain, e con un gruppo di cattivoni che vuole prendere il possesso di un Luna Park dove, guarda un po’, si trovano i tre ragazzi ninja e… basta. Il film sono 90 (novanta) minuti -interi- di cattivoni che tentano di prendersi il luna park dall’inizio alla fine. Per. Tutti. E. Novanta. I. Minuti.

Probabilmente ve lo godrete solo se siete nell’ottica di vedere un film incredibilmente nineties con l’occhio di quando avevate 8 anni e spizzavate Italia 1 il sabato pomeriggio. In caso contrario, beh, in 90 minuti avreste sicuramente potuto fare cose ben più costruttive. Tipo chessò, dormire.
La cosa assurda? Di tutti questi capolavori nominati questo è solo il primo della filmografia di Hogan ad avere lo 0% su Rotten Tomatoes.
Com’è I Muppet venuti dallo spazio? Ci sono i Muppet, quindi è bello.