15 storie per iniziare a leggere Batman
I supereroi sono nel loro momento di massima popolarità dai tempi della Golden Age degli anni ’40: sbancano il botteghino al cinema, trailer da record di visualizzazioni su Youtube, e stanno iniziando a farsi prendere sul serio persino nel campo in cui storicamente hanno faticato di più, quello dei videogiochi; ogni media li vede dominare e fare numeri da capogiro da almeno una decina d’anni. Tranne che… quello dei fumetti. Ed è paradossale a dir poco.
Giusto per capirci, nella già citata Golden Age un fumetto poteva arrivare a vendere senza difficoltà anche 1 milione di copie. Oggi, con tanta fortuna ed escludendo i super-eventi e i numeri speciali, il fumetto più venduto dell’anno in media si aggira sulle 100-120.000 copie.
Come mai i fumetti stentano a vendere così tanto quando al cinema i loro fan sono più numerosi che mai? Le teorie sono varie: se da una parte va sempre tenuto conto che lo stesso pubblico che va al cinema non è detto sia disposto a seguire i vari Superman, Batman ecc. al di fuori delle esplosioni dello schermo, dall’altra c’è anche chi, pur definendosi un ultra-appassionato lettore hardcore di vecchia data, un fumetto in realtà non l’ha mai aperto (che è un po’ la causa delle infinite discussioni “non capisci nulla di fumetti/nel fumetto non è cosi” a suon di insulti e minacce di morte sui social). Come si fa a dirlo? Diciamo che se tutti quelli che si professano “lettori” su internet acquistassero effettivamente il numero di fumetti che dicono, beh, non assisteremmo a vendite così basse.
Perché non si capisce mai da dove iniziare?

Ma aldilà di questo, le motivazioni sono due: in primis i media e le forme d’intrattenimento che sono enormemente cambiate negli ultimi 30 anni con l’arrivo della tecnologia del tutto-e-subito-con-un-click, gettando il campo della lettura in crisi da decenni; e se il mondo dei libri può contare su un pubblico più ampio e generalizzato, il fumetto – col suo bacino d’utenza più
selezionato e di nicchia – non può che uscirne danneggiato.
Il secondo motivo è quello che invece inquieta più gli editori: il tempo che passa; chi più, chi meno, i personaggi della DC si aggirano sugli 80 anni si storie (!), e la più giovane Marvel va ormai per i 60. Non che il problema sia l’attualizzazione di personaggi con così tante primavere sulle spalle, sia
Marvel che DC hanno dimostrato più volte di saper adattare i propri personaggi a contesti moderni senza difficoltà (come la linea Ultimate, massimo esempio di come vada modernizzato qualcosa nato ai tempi della guerra fredda), il problema è un altro: come avvicini un nuovo lettore a Batman, quando la sua testata principale (quindi senza contare tutte le altre decine che hanno il Pipistrello come protagonista) nel 2019 è arrivata al numero 1000?
E anche il resto degli eroi maggiori ha ormai superato abbondantemente i 700 numeri, tra l’altro considerando solo la testata principale, senza dunque contare tutte le altre riviste con lo stesso eroe protagonista, o addirittura i miliardi di universi paralleli e non-canonici (altra grande arma a doppio taglio dei supereroi), che fa regnare sovrana la confusione per chiunque tenti di approcciarsi al genere.
Pensate di voler iniziare una serie TV, non di quelle brevi, ma di quelle che ogni puntata dura 50/60 minuti. “5 stagioni? Ottimo!”. “10 stagioni? Ma si, mettiamoci d’impegno e facciamolo”. “25 stagioni? Non me te filo proprio”. Questo è grossomodo perché non si conquistano nuovi lettori, sostituite il “25 stagioni” con un minimo di 700 numeri di arretrati, e il gioco è fatto. Non che vadano letti tutti gli ipotetici 700 dal n.1… neanche la metà avrà elementi davvero determinanti per capire la “storia” del personaggio, ma sono 700 numeri che inevitabilmente si fanno sentire pesanti alla luce delle infinite soap opere che sono le storie a fumetti, sia per chi è un lettore
abituale, sia soprattutto per i novizi (vedasi gli X-Men, forse il fumetto più soap-operistico mai visto nel campo dei supereroi, destinato ad allontanare inevitabilmente chi non abbia seguito nulla degli ultimi… 35 anni di storie).
Questo è anche il motivo per cui Marvel e DC negli ultimi 10 anni hanno attuato una serie di reboot con una costanza ormai quasi annuale, facendo ripartire le loro storiche testate dal n.1, o addirittura riavviando completamente da capo il proprio universo, come il New 52 della DC: perché per attrarre un nuovo lettore, Batman n.1 venderà sempre più Batman n.847, senza contare quanto un Batman n.12, per fare un esempio, faccia apparire il recuperare i numeri precedenti meno proibitivo rispetto ad un Batman n.954.

Ed è proprio su Batman, l’eroe più amato anche dagli appassionati più “tiepidi”, che volevo concentrarmi. Se vi piace il personaggio e volete leggerne le storie disegnate, da dove vi conviene cominciare?
Prima di tutto, non confondete il New 52 col New Earth.
Nel 1985 la DC fece un reboot completo del suo universo tramite il super-evento Crisi delle terre infinite, dividendo la storia DC in “pre-Crisi” e “post-Crisi” e dando quindi un nuovo punto di partenza ai lettori, chiamando il nuovo universo definitivo il New Earth. Ora, il reboot della DC del 2011 – il già citato New 52 – ha cancellato l’universo New Earth, facendo partire nuovamente tutto da capo.
Dunque, perché vi consiglio le storie di un universo morto e archiviato invece di quello più fresco e recente? Semplice: pur durando appena 25 anni, l’universo New Earth è quello rimasto maggiormente impresso nella mente di tutti, non lettori compresi.
I tre decenni che coprì (anni ’80, ’90 e primi 2000) sono infatti quelli dell’espansione maggiore dei supereroi al di fuori dei fumetti, tra film, cartoni animati e videogiochi. Questo contribuì a creare tanti nuovi appassionati, rendendo di fatto il New Earth la versione della DC più conosciuta, così tanto da essere considerata “definitiva” nonostante i successivi reboot (vi basti pensare che nell’universo pre-Crisi, Bruce Wayne e il suo fido maggiordomo Alfred si conoscono solo in età adulta, mentre la versione più conosciuta, ossia quella in cui Alfred è la figura paterna di Bruce Wayne sin dall’infanzia, è proprio figlia della DC post-Crisi, quella dell’universo New Earth). Senza contare che ormai i reboot di Marvel e DC tendono generalmente a durare pochi anni, sfruttando l’effetto novità salvo poi riallacciarsi in un qualche modo all’universo precedente (come l’evento Rebirth, che abbandonerà molti elementi del nuovissimo New 52 per tornare al vecchio amato New Earth… ma lasciamo stare, non voglio confondervi ulteriormente).
Preciso che quanto segue non è una lista delle 15 storie più belle, ma di quelle più rilevanti, che possono tornare più menzionate, e che rappresentano i più grandi turning point del Pipistrello andando in ordine cronologico nella storia del personaggio. Si tratta di storie generalmente
racchiuse in volumi, quindi facilmente reperibili, senza citare eventi importanti riscontrabili solo in numeri singoli difficilmente reperibili, come ad esempio il debutto di Tim Drake, il terzo Robin.
1. Anno Uno (1987)

Non ha bisogno di presentazioni, è senza dubbio la miglior storia del Pipistrello mai scritta dopo Il ritorno del Cavaliere Oscuro. Come da titolo, Frank Miller narra del primo anno di attività di Batman, con il ritorno di Bruce Wayne a Gotham dopo anni di addestramento; del suo primo incontro con Catwoman, Jim Gordon, e Harvey Dent (ancora semplice procuratore distrettuale), e anche della prima volta in cui sentirà menzionare il nome del Joker. Sulla scia di Anno uno furono scritti due sequel, Anno due e Anno tre, MA, nonostante siano stati concepiti come seguiti ufficiali, col tempo non sono più stati giudicati canonici (come dicevo, la confusione regna sovrana nel mondo dei fumetti), quindi se doveste ritrovarvi a leggerli, non considerateli parte ufficiale della storia.
2. Luna oscura (2006)

Sequel di Anno uno (seppur scritto nel 2006, quindi 20 anni dopo), Luna oscura è suddiviso in due parti (“Batman e gli Uomini-Mostro”, e “Batman e il monaco pazzo”, spesso venduti in un unico volume), ed è una riscrittura moderna di due vecchie storie di Batman del 1939. È qui che vengono introdotti Hugo Strange (tornato celebre grazie al videogioco Arkham City dopo anni di buio) e la prima Batmobile.
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3. L’uomo che ride (2005)

Pubblicato un anno prima di Luna oscura come riscrittura in chiave moderna dell’originale debutto del Joker nel 1940, inizialmente era stato proprio L’uomo che ride ad essere concepito come seguito di Anno uno: la storia infatti si apre esattamente come si era concluso il capolavoro di Miller, ossia col debutto del Joker; almeno prima che arrivasse Luna oscura a fare da ponte tra le due storie, trasformandosi di fatto in un “Anno uno 1.5”. Sono dunque entrambi canonici, collegati, e da leggere in questo ordine. Oltre al Joker, fa il suo debutto anche il Bat-segnale.
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4. Il lungo Halloween (1996)

Ambientato circa un anno dopo L’uomo che ride (che si concludeva esplicitamente a Dicembre, mentre qui si inizia ad Ottobre), Il lungo Halloween ha la durata di un anno solare preciso, iniziando in un Halloween e concludendosi in quello successivo. La storia è divisa in 13 parti, coprendo l’arco di un anno intero, dove vengono mostrati tutti i villain affrontati da Batman nel “vuoto” temporale tra questa storia e L’uomo che ride, come l’Enigmista, lo Spaventapasseri, il Pinguino e tanti altri . È qui che Harvey Dent si trasforma in Due Facce, dando a Christopher Nolan la sua principale fonte d’ispirazione per Il Cavaliere Oscuro.
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5. Vittoria oscura (1999)/Vacanze romane (2004)

Sequel diretto de Il lungo Halloween scritto e illustrato dai suoi stessi autori, è ambientato un anno dopo gli eventi dell’opera precedente (Batman è quindi al suo quarto anno di attività), condividendone anche la struttura in più parti, stavolta 14. Il finale è importantissimo ai fini della storia del Pipistrello: è in Vittoria oscura che fa infatti il suo debutto Robin.
Vacanze romane è invece uno spin-off con Catwoman protagonista, la cui vicenda si svolge parallelamente a quella di Vittoria oscura, condividendone personaggi e tematiche. Non è imprescindibile per capire Vittoria oscura (dopotutto è stato scritto 5 anni dopo), ma utile se si vuole avere una visione più completa” della storia.
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6. Robin: anno uno (2001)

Nonostante alcuni errori di continuity (qui Gordon è ancora Capitano), è canonico e segue perfettamente Vittoria oscura. Il titolo parla da sé, è il primo anno di attività di Robin.
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7. Batgirl: anno uno (2003)

Stessi autori, stesso tema, stesso concept.
8. Nightwing: anno uno (2007)

Come i precedenti due. Oltre a mostrare il distacco tra Batman e Robin – che porterà quest’ultimo a diventare Nightwing – segna il debutto di Jason Todd, il secondo Robin.
9. The killing joke (1988)

La sua fama la precede. Inizialmente fu pubblicata come storia a sé stante e fuori dalla continuity, ma con gli anni si decise di renderla canonica con una conseguenza non da poco: lo storpiamento di Barbara Gordon, che dopo Killing Joke abbandonerà i panni di Batgirl per aiutare Batman da remoto con il nome di Oracle, una figura che chiunque abbia giocato ai vari Arkham conosce bene.
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10. Una morte in famiglia (1989)

Una delle svolte più famose e tragiche della storia del Pipistrello: la morte di Jason Todd, il secondo Robin, per mano del Joker, decisa dai lettori tramite un famigerato sondaggio telefonico per decretarne la sorte. Dopo essere stato un villain come tanti, dopo questo evento (insieme a Killing Joke e al leggendario ciclo di storie di O’Neil e Adams negli anni ’70) il Joker fu proiettato in cima alla lista nera di Batman – un po’ come fu la morte di Gwen Stacy per Goblin-Spider-Man – diventandone la nemesi definitiva.
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11. Knightfall (1993-1994)

Ulteriormente popolarizzata dalla trilogia di Nolan, Knightfall vede il debutto di Azrael, e soprattutto di Bane, con una delle immagini più iconiche della DC: Bane che spezza Batman. Definirla “storia” è riduttivo, visto che si tratta di una saga lunghissima che tra prologo (“La vendetta di Bane”) ed epilogo (“Il figliol prodigo” e “Troika”, dove debutta un nuovo costume molto simile a quello di Burton) dura ben 2 anni (!) e svariate decine di numeri. Una durata (anche abbastanza inutilmente) infinita dove succede di tutto, talmente di tutto da scordarsi da dove si era partiti.
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12. Amore folle (1994)

Pur avendo debuttato nei fumetti già qualche mese prima, è in questa storia che vengono svelate le origini di Harley Quinn, di gran lunga il personaggio più popolare creato dalla DC negli anni ’90 insieme a Bane. La Quinn fu in realtà creata appositamente per la serie animata di Batman, riscontrando un successo tale da obbligare la DC ad inserirla anche nella sua continuity fumettistica.
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13. Hush (2003)

Per chi scrive è una storia parecchio sopravvalutata (se non per un Jim Lee al massimo della forma), ma ha indubbiamente lasciato il segno, tra il debutto di Hush (villain principale emerso negli anni 2000) e il definitivo addio di Batman e Catwoman agli anni di flirt in favore di una vera e propria relazione, dove il Pipistrello svela alla Gatta addirittura la sua vera identità ai fini della loro storia. Hush è anche importante per aver spianato il terreno alla storia successiva…
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14. Sotto il cappuccio (2005)

La storia dove debutta il nuovo Cappuccio Rosso (il primo è mostrato su The killing joke), che si rivela essere Jason Todd, l’ex Robin deceduto su Una morte in famiglia. Probabilmente la storia più influente degli anni 2000, ancor più di Hush, tanto da essersi riversata persino su Arkham Knight, e
da avere una sua trasposizione a cartoni, Under the Red Hood, una dei film animati di Batman più apprezzati dai tempi di SubZero.
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15. Batman e figlio (2006)

Debutto nella continuity ufficiale di Damian Wayne, figlio di Batman e Talia, la figlia di Ra’s al Ghul. Il figlio di Batman tecnicamente aveva fatto il suo debutto nel 1987 nella mini-storia “Batman: il figlio del demone”, concepita per essere non-canonica, ma resa poi tale da Grant Morrison nel 2006. La storia è breve ma le sue conseguenze sono durature, con Damian che per un periodo diventerà il nuovo Robin.